26 ottobre 2022
Eh sì, lo sappiamo, avete perfettamente ragione, siamo in mega ritardo con la rubrica ed ogni anno è sempre peggio. Persino Sua Presidenza ci ha pesantemente rampognati, minacciando anche il licenziamento! Il fatto è che, oltre all’età, che comporta un progressivo rallentamento e decadimento ormonale, siamo stati in tutt’altre faccende affaccendati: prima c’è stata la raccolta dei pomodori per sbarcare il lunario, poi la vendemmia anticipata a causa della siccità, infine, tutti a spaccar legna in vista dell’inverno. Beh, del resto, non tutti lavorano in banca o nell’alta finanza, ma, bando alle lamentele, veniamo alle questioni pongistiche.
Ci perdonerà, anzitutto, il grande Leonardo Sciascia per aver mutuato la sua celeberrima citazione, ma si addice ad alcuni personaggi che si aggirano nel nostro micro cosmo.
Benchè con le pezze al culo, forse al freddo e al gelo quando inizierà l’inverno, siamo nuovamente ancora qua, imperterriti, nell’ambizioso tentativo di sopravvivere e, perché no, anche di migliorarci.
Quindi, alla faccia della miseria, tanto per incominciare, ci siamo concessi un nuovo allenatore e non uno qualunque, ma un autentico pezzo da novanta, il mitico Mattia Crotti, che non ha certamente bisogno di presentazioni, né delle nostre sperticate lodi, ma che ha iniziato di sicuro la nuova avventura con l’assoluta professionalità che lo contraddistingue, addirittura, con un occhio di riguardo anche per noi poveri vecchi storpi. E, per il coraggio di essere entrato a far parte della nostra famiglia di pazzi, certamente, Sciascia lo avrebbe catalogato tra i meritevoli, speriamo solo che resista…
Un altro pongista che ci sentiamo di schierare a pieno merito tra gli “uomini”, nonostante la sua tenera età, è sicuramente Daniele Rossi, il quale, a differenza di altri, ha saputo resistere alle lusinghe di mille sirene e ha scelto di rimanere ancora con noi, benchè avesse avuto, a sua volta, offerte altisonanti. A lui, auguriamo sinceramente le più grandi soddisfazioni sportive e di arrivare quanto prima a giocare nella massima serie, probabilmente non in rossonero, ma per il momento ce lo teniamo stretto. Altri, al contrario di lui, per quattro miseri denari, non hanno esitato un istante a cambiare casacca e senza neppure voltarsi indietro per salutare gli amici, tipicamente, da mezz’uomini.
Danielino, dunque, ci riproverà in B1 con i consueti compagni di merende: il capo ferro tranviere Bacchellino e il Bigna, quest’ultimo, candidato nostro allenatore nel 2040. A dargli una mano, udite udite, è riapparso anche Steve Vai, saltuariamente, dato che oramai, come noto, Robby è impegnato a tempo pieno a fare il procuratore calcistico, speriamo solo si ricordi di noi quando guadagnerà come Jorge Mendes.
Obbiettivo del team, naturalmente, provare a salvarsi in un girone bello tosto.
Dopo la retrocessione dello scorso anno, la C1 sperava di riscattarsi prontamente, invece, è finita in un raggruppamento assurdo e infarcito di fuori quota, un po’ come andare a disputare il torneo parrocchiale di calcetto e trovarsi di fronte Messi e Pelè. Peccato, perché il RoncoPuffo, così soprannominato perché usa la gomma non marcia di colore azzurrino, nonostante sia oramai prossimo alla pensione, è parso ultimamente in gran forma (sua figlia fotomodella lo è ancora di più, per la verità) e a quasi novant’anni ha addirittura festeggiato il ritorno tra i Terza Categoria (con annesso pagamento di pizza a chi ci aveva scommesso sopra). Non solo, per tirare alla promozione, si era anche assicurato i servigi di Toni Greca, al quale la C1 starebbe certamente stretta, se non fosse che i neo doveri coniugali sembrano spomparlo non poco.
Danielone Stanga, dal canto suo, è parso un po’ troppo dimagrito, con conseguente minor morbidezza di mano, mentre Patè è pure lui super impegnato con le donne. Insomma, questa squadra pare poter puntare si e no alla medaglia di legno in questa stagione.
Ma il più grosso errore della dirigenza, a nostro avviso, sia per la B1 che per la C1, è stato quello di non tesserare il Doc Piacente, uno dei maggiori talenti inespressi del tennistavolo italiano e, probabilmente, europeo. Un virtuoso della racchetta che, se avesse iniziato a giocare a dieci anni, adesso sarebbe ancora titolare in Nazionale. Un po’ come sostenere che, se ci fosse stato il Viagra già negli anni ottanta, io avrei potuto fare il porno divo meglio di Rocco Siffredi. Ma tant’è, il Doc, da vero uomo, sentitosi ad un certo punto poco valorizzato, ha preferito ritirarsi (per il momento) piuttosto che scivolare in qualche serie inferiore o al soldo del mercenario di turno. Altri, al contrario, sostengono che ci abbia voltato le spalle per le ragioni più disparate: perché non possiamo permetterci gli inservienti che montano e smontano i tavoli quando lui scende in campo; perchè la polisportiva non gli ha riservato un parcheggio privato per il suo bolide davanti all’ingresso della palestra; perché quando ci sono i match che lo vedono impegnato non vi è sufficiente cartellonistica e pubblicità in città. E così via, altre invereconde malignità. Di sicuro, per il suo addio, sarebbe stato doveroso organizzare un evento memorabile, per lo meno con ballerine brasiliane e mescita di champagne, invece nulla, il bilancio non lo consentiva. Per fortuna, uno dei più rinomati brand mondiali di materiale pongistico, in concerno con la Federazione, sta per mettere in commercio un telaio commemorativo a lui dedicato. Personalmente, speriamo che ci ripensi e torni a presentarsi in palestra, anche con berretto e occhiali da centuro andrebbe bene.
Vita tranquilla per la C2, anche perché il buon Ing. Allegri, autorità in fatto di pranzi e cene, è stato abile stavolta anche in campagna reclutamenti, assoldando subito uno dei nostri migliori acquisti stagionali, Matteo Malizia, che, difatti, ha subito ben figurato dalle prime uscite. Lo Stortino Michele e lo Smilzo Bontempo, confidano di poter completare l’opera.
In D1, Lorenzino Rettighieri prometteva di farla da padrone e non si sta smentendo: subito tornei vinti, 100% in avvio di campionato, speriamo continui così, prima che le femmine lo circuiscano, come pure i suoi giovani compagnucci, Davide Monari e il futuro Ing. Andrea Bendin: stai a vedere che quest’anno, senza vecchiardi tra i maroni, a parte il Bacchellone a fare da chioccia, vanno a promuovere.
La D1 dei diversamente giovani, al contrario, nel girone di ferro nordico, non avrà vita facile e la Maiella e soci dovranno cacare autentiche viole se vorranno salvare anche quest’anno la pellaccia. Buone vibrazioni anche per la D2 di Sua Avvocatura Michele Corradi, che ha opzionato l’altro neo acquisto Antonio Andreoli e ha confermato quella peperina dell’Elena Ferretti e Luca Bandini. In D3, il Prof. Crocè ha partorito una nuova formazione start-up, lanciando esordienti assoluti e riproponendo degli autentici highlander del calibro di Umberto ‘Tacchi e l’Ing. Bertelli.
Ma veniamo agli “Ominicchi”, ovvero i mostruosi geni che hanno recentemente partorito la rivoluzionaria riforma dello sport dilettanstico, con una serie di norme, una peggio delle altre, che rischiano di mettere in mutande molte associazioni sportive. Costoro, probabilmente, non hanno mai frequentato le piccole polisportive, men che meno le avranno mai gestite o hanno un’idea della palude in cui annaspano gli sport minori. Pensano, forse, che tutti gli allenatori siano Josè Mourinho e gli atleti Cristiano Ronaldo. Ah già, l’onorevole intento era quello di professionalizzare lo sport dilettantistico, di garantire “adeguata copertura previdenziale” a tutti gli sportivi. Certamente, con la fantastica gestione separata Inps, i neo coperti andranno a prendere pensioni d’oro (tra circa cent’anni): non c’è bisogno di essere dei luminari di finanza per capire che la novella si tradurrà di sicuro, forse unicamente, in maggiori costi e adempimenti per le piccole società, che già sono a novanta gradi a causa delle bollette insostenibili. Di questo passo, più che il “Giorno della Civetta”, nel 2023, rischia di arrivare per loro il “Giorno del Cuculo”, che notariamente vola all’altezza del ….
Dulcis in fundo, abbiamo i Quaquaraqua, che parlano, starnazzano, favellano, comprano mega attici con giardino pensile e piscina, promettono di invitarti per una grigliata propiziatoria e poi ti paccano a ripetizione: una volta c’è un impiccio, una volta il Covid, una volta la siccità, e gli anni passano invano, chissà magari il prossimo sarà quello buono e sarebbe bello poter festeggiare la fine di questo periodo di …..

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