LE QUATTRO BARE - 27/5/2011
Il bel Marco Ghitalla, da bravo ex studente di economia, sa benissimo che in tempi di grave crisi, quale quella che stiamo vivendo, occorre sempre crearsi continue alternative di lavoro, per essere pronti a tutto in caso di emergenza. Così, oltre all’ordinaria occupazione quale esperto di fashion marketing, nonché allenatore dei mocciosi, da ultimo, si è ritagliato un nuovo ruolo al TT Villadoro: quello di “tombaro”. Nel paese di provenienza degli storti, zona di gente dalla dura cervice e di bianchi marmi, i “tombari” sono, per l’appunto, gli onesti lavoratori che, col nobile minerale estratto dalle maestose cave delle Apuane, realizzano lapidi e altri oggetti di arte funerea. Toccatevi pure i maroni, se credete, ma è un mestiere che qualcuno deve pur fare e che risulta anche piuttosto redditizio, in verità.
Ebbene, alla Villa, l’addetto alla commemorazione dei cari estinti è proprio il Ghitto, col suo capello tattico, la cremina emolliente e la mutanda firmata. Egli, al termine dei vari campionati, ha realizzato tre belle lapidi per ricordare le squadre rossonere che, ahimè, ci hanno prematuramente lasciati. Il mausoleo si trova all’entrata degli spogliatoi, l’ingresso è libero e ciascun appassionato può venire ad ammirare l’opera dell’illuminato artista. Sono graditi fiori e offerte, soprattutto offerte…
La prima bara raccoglie i disumani resti della B1. In questo caso, anche se la speranza è sempre l’ultima a morire, il luttuoso evento era nell’aria sin dall’inizio della stagione. Prima partita, una vittoria, ma subito dopo squadra avversaria ritirata!! Poi Albertone che per la gara decisiva se ne va in gita scolastica (a parte le molteplici “gite mentali” durante tutto l’arco del campionato); gli acciacchi di Sandrino, i cambi mano di Gigi… Insomma, volendo mutuare frasi altrui: cronaca di una morte annunciata!
Riguardo al secondo sepolcro, a parte l’età anagrafica degli interessati, avremmo potuto scrivere: “decesso inatteso”. Stiamo parlando della C2, che aveva iniziato la stagione in maniera alquanto baldanzosa, quasi snobbando un campionato regionale dopo tante esperienze nelle serie nazionali. Invece, l’infortunio del capitano, qualche risultato sfortunato e l’inesorabile incedere del tempo hanno condotto al dramma, dopo un girone di ritorno a dir poco disastroso, addirittura con zero vittorie.
La terza pietra tombale, quella con i fiocchi di neve sopra, non può che accomodare le spoglie della povera D1. Recita l’epitaffio: “Qui giace per aver usato gomme da ping pong anziché gomme termiche…” In effetti, la retrocessione di cui trattasi ha del clamoroso, oltre ad essere inedita nella storia del TTVilladoro, essendo maturata per effetto del famoso punto di penalizzazione comminato per non essere scesi in campo (unici in Italia) in occasione di una spruzzatina di bianco una bella domenica d’inverno. Quel che più spiace, che l’infausto epilogo si sia consumato dopo aver battuto tutte le dirette avversarie ed essersela giocata anche con le più forti, vittima pure di un regolamento assurdo, che condanna ben tre squadre su otto nel girone, senza neppure poter sperare nei play-out.
Comunque, come possono permettersi di dire in questi delicati frangenti gli unici superstiti (B2 e C1) con grande commozione:”…erano tutte squadre per bene, peccato, ci mancheranno tanto…”. Riposino in pace, pregheremo per la prossima stagione…
Ma, un momento, e la quarta tomba? Fermi tutti, stavolta i santissimi ce li tocchiamo noi! So che qualche maligno ha subito pensato all’A1 veterani, un piede nella fossa, ma ancora assolutamente con chance di sopravvivenza! Del resto, Ghitalla avrebbe già in cantiere un altro bel tumulo per i nostri prodi nonnetti.
Invece, l’ultimo feretro è per la democrazia nel tennistavolo italiano. Dice: che c’entra, scusa, nell’odierna rubrica un po’ gotica e dark la politica?
E’ che quando lo scorso autunno avevamo dedicato ampio spazio alle vicende federali, ci era sfuggito un simpatico passaggio del nostro amato Statuto nazionale. Meglio tardi che mai, tuttavia, ne parliamo adesso, prima che la trista mietitrice ci raggiunga.
Articolo 12 comma 8 (trattasi di pedissequo “copia-incolla”, il pessimo italiano è proprio nell’originale): “Con l’affiliazione o la riaffiliazione, le società aventi diritto a voto indica i nominativi dell’atleta e del tecnico eletti dai rispettivi colleghi per prender parte ad eventuali Assemblee federali, sia nazionali che regionali o provinciali, che si svolgano nel corso dell’anno successivo.
Le società che non siano in regola con quanto sopra al momento della convocazione dell’assemblea perderanno il diritto a partecipare all’Assemblea, limitatamente alla rappresentanza degli atleti e/o tecnici sportivi.”
Sgrammaticatura a parte, roba da ripetere la quinta elementare, veniamo alla sostanza. Guarda caso, il prossimo anno vi sarà la corsa per la Presidenza Nazionale, per cui, chi entro giugno 2011 non dovesse iscrivere i propri rappresentanti per i successivi eventi elettivi, a norma del richiamato art. 12 comma 8, rischierebbe, in assenza di diversa interpretazione, di non poter esprimere il proprio voto in un contesto così importante. Pare, infatti, che non siano ammessi ravvedimenti. E se uno si dimentica? E se da qui all’anno successivo gli atleti/tecnici/supplenti nominati non ci fossero più? Non perché passati a miglior vita, s’intende, non siamo così gufi, ma magari perché fuggiti in Sudamerica con il proprio insegnante di Flamenco o col Pirata…
Speriamo di aver capito male, altrimenti significherebbe che anche la democrazia nella politica del tennistavolo si trova già almeno un paio di metri sotto terra. Nel dubbio, occhio al 30 giugno. Amen.
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