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ARCHIVIO RUBRICHE 2004/08
L'ANGOLO DELLO STORTO: commenti pongistici di un toscano polemico |
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ARCHIVIO 2010
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RIALZI E RIBASSI - 28/09/2010
La nuova stagione pare non sia partita affatto bene, vorrete dunque perdonarci se, da subito, la vis polemica della rubrica registrerà un’impennata. Sarà il pessimo avvio di campionato dei viola (con relativi furti), sarà, soprattutto, il minimo storico toccato dal TTVillaDoro.
Diciamolo francamente, passare nel giro di un paio d’anni dall’avere ben due serie A2, poi una quasi A1 e ritrovarsi, infine, con una sola B1, pure stiracchiata, non può essere ben digerito, specie da chi ha profuso notevole tempo ed energie in un progetto ambizioso. Ma, purtroppo, ai gelidi dati di bilancio non si può mentire ed il vil danaro, ancora una volta, l’ha fatta da padrone. Del resto, secondo fonti autorevoli, che naturalmente il tennistavolo manco lo citano, molte più blasonate discipline hanno conosciuto nell’ultimo periodo una fuga di sponsor: dalla pallavolo (-30%), all’atletica, addirittura al motociclismo. In netta controtendenza il rugby, forse perché dire di no a degli armadi a quattro ante può risultare poco igienico…
Ma tornando a noi, che è ciò che conta, le ristrettezze economiche han fatto sì che dovessimo “vendere” (vendere si fa per dire, magari vendere) i nostri pezzi migliori, rinunciando ai sogni di gloria. La partenza, insieme al Sinigo, di Paolino Bisi, è parsa oltretutto avere immediate ripercussioni sulla famiglia più pongistica d’Italia: Giovannone si è arreso agli acciacchi, Sandrino pare stia optando per un anno sabbatico e solo Guido sembra ancora intenzionato a lottare contro l’anagrafe…
A conti fatti, attualmente, il nostro atleta più rappresentativo è il buon Albertone Dallolio, speriamo sia la volta che esplode (e non per i piatti di lasagne trangugiati).
L’autentico colpaccio sul mercato è stato invece il giovane Becucci, particolarmente gradito oltre che per il talento anche per la fede calcistica, dopo tanti anni, ci voleva proprio un altro gigliato in questa landa umidiccia e infestata di gobbi.
Qualche volto inedito anche nelle serie minori, oltre ad un paio di bimbi interessanti, ma, come ampiamente anticipato, impossibile colmare, in questa fase, il gap generazionale oltre che tecnico.
L’importante è restare cazzuti e non cedere anche in questi tempi di minimo storico, quindi i vari gufi sparsi per il territorio possono andare a quel paese sereni: la Villa barcolla ma non molla! In tal senso, un primo segnale è stato l’incremento degli allenatori a tempo pieno, infatti, ad Ivanof e al Guerzo, si è aggiunto Ghitalla, che darà ai pulcini anche lezioni di cosmesi e acconciatura per rimorchiare di più. A metà 2011 tireremo le somme, l’importante è non mancare mai al nastro di partenza.
Ma, pronti-via, ecco la prima doccia fredda: il pauroso aumento di prezzo dei rivestimenti utilizzati dalla maggior parte dei nostri giocatori e, soprattutto, dai ragazzini. Coinvolte, in particolare, le gomme di nuova generazione (da cambiare ogni due o tre mesi) del famoso marchio che è anche, guarda caso, l’amato sponsor del tennistavolo italico. Grazie, grazie molte, un rialzo del 25-30% del listino è veramente da guiness dei primati, specie in questa epoca cupa, col dollaro stabile o in calo, con l’inflazione all’1,5%, il petrolio in contenuta crescita. Ma insomma, neppure il prezzo della “patatina” è mai cresciuto tanto!! Per noi storti, però, che soddisfazione, con i 50 Euro che costa adesso una Tenergy, aver ritirato dal postino in contrassegno, la scorsa settimana, un pacchetto contenente cinque gomme cinesi, spese di spedizione incluse…
Chissà se si tratterà anche di questa cosuccia commerciale un po’ scandalosa/vergognosa alla mitica Convention politica in programma a Rimini verso fine mese…Ma no, sicuramente non se ne parlerà. E poi, secondo alcuni osservatori, ai pongisti italiani piace essere sodomizzati… Inoltre, all’ordine del giorno, vi saranno argomenti ben più importanti, ad esempio la tabella voti. Le ultime proiezioni dicono che una decina di società dell’asse piemontese-lombardo controlleranno circa il 37% dei voti totali! Beh, d’ora in avanti, se non altro, basterà convocare le assemblee in qualche Autogrill dell’A4 Torino-Milano.
E a noi, poveri storti, non resta che consolarci con le nostre gommine cinesi da 8 Euro ciascuna, notando che anche le odiate zebroline giacciono in fondo alla classifica pedatoria… Come si suol dire: chi si accontenta gode.
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IN GITA A RIMINI - 1/10/2010
Cosa può esserci di meglio in una tiepida domenica di fine estate-inizio autunno, se non salire in auto con un paio di amici e spararsi 150 km per raggiungere il ridente litorale di Rimini? Del resto, la capitale della movida romagnola da sempre non si fa mancare nulla: mare, donne, ristorantini per tutte le tasche. Peccato che la spiaggia si sia appena intravista, il pranzo a base di pesce si sia dovuto ingoiare con l’imbuto e le uniche donzelle fossero quelle con la divisa Fitet. Già, perché i nostri impavidi trasfertisti erano in realtà attesi dall’evento politico dell’anno, vale a dire l’Assemblea Generale Straordinaria riguardante l’approvazione del nuovo Statuto federale. L’esito della votazione è ampiamente noto, ci soffermeremo dunque sulle impressioni di un povero storto novizio.
A dir poco trionfale l’accoglienza, con un mega cartellone che enunciava tutti i successoni inanellati dalla dirigenza attualmente in carica. Ad esempio: titoli a livello europeo dei club femminili (sì, ma con quante atlete italiane?); scores strepitosi a livello di nazionali (ma nei vari ranking non eravamo scesi?); record di tesserati, oltre 15mila! Che cifrona! Però nella classifica nazionale maschile figurano solo 1412 atleti + 321 in quella femminile… Possibile che gli altri 13mila e rotti presunti giocatori siano tutti nc o meglio gente che si cimenta unicamente nel proprio cortiletto regionale? Il dato appare lievemente inflazionato…
Questa, in tutta sincerità, non è nostra, l’abbiamo scopiazzata, però vogliamo riportarla perché è carina: dice il fesso: ”…accipicchia, ma com’è possibile che la Slovenia, con poco più di due milioni di abitanti riesca a far meglio, a livello internazionale, dell’Italia dove siamo in sessanta milioni?” Risponde il maligno: “...tu sbagli la prospettiva: il raffronto deve essere due milioni contro neanche 12mila abitanti, cioè la popolazione di quell’allegro paesino lombardo…, dunque, facciamo anche troppo!” …
Ma veniamo al famigerato Statuto. Lungi da noi tediarvi con barbose questioni giuridiche, che poi neppure saremmo in grado di esporre. Tuttavia, nonostante la veneranda età, sappiamo ancora “far di conto”. L’approvazione, si legge sul sito ufficiale, è avvenuta “pressoché all’unanimità”. Del resto, su oltre diecimila voti, di fatto rappresentati al supremo consesso, si sono registrati poco più di 400 contrari e circa 600 astenuti (perdonate l’approssimazione, ma non abbiamo preso appunti).
La scena in cui, nell’aula sordida e grigia, lo sparuto branco di dissidenti ha avuto l’ardore di sollevare il cartellino rosso per esprimere voto a sfavore destava fantozziane memorie, con gli altri che li guardavano con commiserazione, come se fossero alieni, quasi a voler significare:”…ma perché non ve ne siete stati a casa?” In effetti, i possessori dei circa 10mila voti assenti devono aver pensato esattamente questo: “ma chi ce lo fa fare di sprecare tempo e denaro, di andare fino a Rimini per una decisione già scritta negli astri?”
Non l’hanno vista così, tuttavia, alcuni baldi pongisti siciliani, gli unici a prendere la parola per lanciare, anche da tale scomodo pulpito minoritario, un pacato ma fermo grido di dissenso e protesta. Peraltro l’avevamo già anticipato: quale può essere l’esito quando un gruppetto di società di appena due regioni raggiunge da solo quasi il 40% dei consensi?
E col nuovo Statuto le cose miglioreranno? Come no: prima una cinquantina di società su seicento detenevano la maggioranza assoluta dei voti, adesso saranno una sessantina, stando a proiezioni del tutto ufficiose. Attenzione però: mentre in precedenza per operare modifiche statutarie occorreva il 50% dei voti, grazie al novellato regolamento, il quorum scenderà al 40%!! Insomma, il bivacco di manipoli appare più che blindato, alla faccia della convivenza democratica. E il Coni che ne pensa? Come Ponzio Pilato, “non gliene pò fregà de meno”.
Ma veniamo ad un altro paio di note: sarà destinato a calare, nelle regioni con meno società affiliate, il numero dei membri del Comitato Regionale. Dovrebbe essere, in tal senso, interessata anche l’Emilia Romagna, che vedrebbe pressoché dimezzato il numero dei rappresentanti. Sconosciuto e non illustrato il motivo di tale provvedimento, anche perché da noi gli incarichi in oggetto sono del tutto gratuiti, per cui una riduzione non inciderebbe sul bilancio locale, ma solo sulla effettiva rappresentatività.
Per concludere, dimostrando così che non sempre siamo bastian contrari, citiamo una modifica a nostro avviso positiva, vale a dire il ripristino della possibilità di “cessione del titolo”. Tale civilissima facoltà era stata cancellata, incassando le nostre pronte critiche, qualche anno orsono, per ragioni meramente politiche e tutt’altro che tecniche. Ben venga dunque il ripensamento.
Costo dello show? 25mila Euro, si dice… La prossima volta, dato anche l’epilogo sempre più scontato che pare affacciarsi all’orizzonte, non sarebbe meglio limitarsi ad effettuare le votazioni con una bella posta elettronica certificata?
Ma parliamo di un’altra amena località marinara, fronte tirrenico stavolta, ovvero Livorno, dove peschiamo un paio di chicche riguardanti il recente torneo nazionale: a) le docce erano a pagamento…b) alle ore 21.00 del sabato, il cordiale custode si è presentato per chiudere l’impianto, perché così prevedevano le clausole della locazione, nonostante le gare ancora in corso!
D’accordo, visti i miserrimi risultati ottenuti, in Riviera come sul litorale toscano, non avremmo neppure il diritto di lamentarci noialtri. In entrambi i casi, effettivamente, sarebbe stato meglio andare a gnocca…
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GALLEGGIARE - 30/11/2010
Insigni economisti sostengono che, in periodi di perdurante e amara crisi, quali quelli che stiamo vivendo, riuscire a galleggiare costituirebbe, di per sé, un eccellente risultato, soprattutto se il mare in cui ci si trova ad annaspare è tempestoso e marroncino… Date le circostanze, crediamo sia conveniente, dunque, adottare tale teoria e farne una sorta di dogma per il TTVillaDoro. Del resto, che per le nostre squadre i vari campionati non sarebbero stati dei pic-nic, l’avevamo preconizzato in tempi non sospetti, cioè all’avvio di una stagione che, per molti versi, è parsa l’alba di una nuova era, un autentico reset del sistema. Obbiettivo, appunto, stare a galla, in attesa di correnti più favorevoli, di marinai più esperti, al limite, di un qualche insperato salvagente. Oggi, ad un paio di mesi dal via, in molti casi, salvare le chiappe appare già un lusso, più che un traguardo, un autentico miracolo.
E dire che la B1 era partita benone, andando a vincere fuori casa, peccato che gli avversari, proprio alla luce di tale trauma, abbiano deciso di ritirarsi… Anzi, cogliamo ancora l’occasione per ringraziare la società abruzzese che ci ha dato la possibilità di compiere questa impresa da guiness, con relativa costosa trasferta. A molti è sembrato una specie di segnale, dopo, infatti, non ne è girata più una per il verso giusto. Si paga l’eccessivo part-time di Sandrino e la scarsa verve di Albertone, il che ha reso vano persino il brillante esordio di Gigi Sala, che, tra un “cambio mano” e l’altro, si è tolto più di una soddisfazione personale. Insomma, miracolo cercasi…
Un po’ meglio l’andazzo in B2, ma ci sarà ancora parecchio da remare, in un girone difficile ed equilibrato, che vede protagonisti il bel Ghitalla, nel suo nuovo ruolo di allenatore poco allenato; Raffa, neo lavoratore pochissimo allenato e l’esordiente Patera. Decisivi i prossimi test.
In C1, l’inedito connubio tra vecchiardi e nuove leve, non ha affatto sortito gli effetti sperati e il baratro rimane ad un passo. I matusa, infatti, tra infortuni e pre-pensionamento, sembrano aver perso lo smalto e il promettente giovanotto di turno, Verati, nonostante l’encomiabile avvio, non garantisce ancora messe di punti. Auspicabile, un aiuto dal Cielo.
La C2 appare l’unica formazione ad essersi rinforzata rispetto all’anno precedente, grazie all’inserimento di Super-Piccio. Non a caso, galleggia beatamente verso metà classifica, cercando di evitare distrazioni e, sotto sotto, con la speranza di agganciare le zone alte.
Team del tutto inedito, al contrario, in D1, anche in questo caso, alle prese con un girone alquanto ostico. Ci sarà da annaspare e lottare fino all’ultima giornata.
Parrebbe sin troppo banale affermare che l’unica squadra non a rischio retrocessione è la D2, dato che, in realtà, è anche l’unica a vestire la nostra maglia, attualmente, prima in classifica. Formazione giovanissima, oltretutto, infarcita dei Gremlins di Ivan, interessanti e volenterosi, tra cui spicca, col suo bel 90%, Guercio Lorenzo e, si sa, a Modena, coi “Lorenzi” abbiamo un’eccellente tradizione. Sogni e speranze, insomma, traghettati fino a Terni per l’ennesimo torneo giovanile, dove, immancabili, ci attendevano “eclatanti novità”.
Per cominciare, l’odioso numero da spillare alla maglietta, con relativa cauzione, che costituisce l’elemento più insopportabile dei Campionati Italiani, è stato reintrodotto con questa manifestazione, in un’ottica di “maggiore professionalità”. Così come, nella palestra principale, è stato ridotto il numero delle aree di gioco, con l’apertura di un nuovo corridoio centrale. Peccato che, nelle ore di maggiore affluenza, fosse praticamente impossibile scaldarsi, anche perché nella struttura secondaria vi erano ampi spazi privi di tavoli.
Grandiosa, infine, sublime, illuminata, insomma non riusciamo a trovare gli aggettivi, per la nuova formula del “Top 8”, per cui, ad esempio, il tabellone del sabato (Juniores, allievi, ecc.) si è interrotto ai quarti di finale per poi riprendere il giorno dopo. Grazie a tale genialata: a) si sono costretti atleti, accompagnatori e vallette a sostare a Terni un giorno in più (con conseguenti costi e nevicata domenicale), quando tale gara avrebbe potuto essere comodamente completata in giornata; b) si è tolto il gusto di vedere le sfide più avvincenti ai giovani eliminati nella prima fase.
Ma va tutto bene, o almeno così sembra suggerire la rassicurante immagine del Supremo Imperatore sull’ultima copertina della nostra amata rivista, dove cioè sembra “arpionare” il Presidente del Coni. La conseguente visione del suddetto periodico, ci porta a concludere con due domande: 1) dove si trova la località “Cava dei Terreni”? Neppure Wikipedia ci è stata di aiuto, per fortuna poi è arrivata sul sito l’errata corrige… 2) La famosa azienda, il cui logo, in modo neanche tanto sfumato e casuale, appare sullo sfondo della copertina, sponsorizza anche la Fitet oltre al Castelgoffredo?
In tutti i casi, sempre sia lodata la Federazione Italiana CAstelgoffredo…
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IL TORNEO III DI MODENA - 09/02/2011
“Tutto è bene quel che finisce bene”, si potrebbe chiosare, anche se il prologo dell’attesa manifestazione nazionale non era stato davvero dei più promettenti. Siamo partiti, infatti, la notte prima dei preparativi, con un bel furto con scasso al TTVillaDoro, unico bottino il pc destinato agli arbitri per la gestione delle gare… E per fortuna che i mariuoli non hanno dato un’occhiata in bacheca, piena zeppa di Tenergy, una specie di gioielleria, dati gli astronomici costi di tali rivestimenti. Quando il bel Ghitalla ha saputo dell’intrusione, è stato colto da un mezzo malore, preoccupatissimo che fosse stato ciullato anche il suo super phon da cento euro, uno di quelli apparecchi indispensabili per esibire un look di tendenza. Ma, evidentemente, anche per i furfanti che ci hanno fatto visita, entrare negli spogliatoi a rovistare tra ciabatte e magliette fetide era troppo hard…
Poi si è assistito, venerdì sera, al consueto copione del “montaggio”, ovvero alla preparazione dell’area di gara, col faraone (Battani) e il suo nutrito manipolo di schiavi. Alla fine, il colpo d’occhio, all’interno del tempio pallavolistico del Pala Casa Modena, è risultato spettacolare. Quindi, gli atlete e le atlete, numerosi, hanno potuto cimentarsi.
Dai nostri ragazzi, sinceramente, ci si attendeva qualcosa in più, specie dopo l’exploit in terra umbra alla vigilia di Natale. Invece, Albertone Dallolio, vincitore a Norcia, non ha neppure passato il girone, giocando con la consistenza di un budino alla vaniglia. Evidentemente, stava già pensando alla sua festa per il 18esimo compleanno, evento che pure noi tutti attendiamo con ansia, perché appena non sarà più protetto dalla legge potremo finalmente malmenarlo a piacimento.
Non è forse un caso che le migliori prestazioni siano arrivate dai giocatori della B2, l’unica non a rischio retrocessione. Solo il bel Ghitalla e Raffa Liambo, infatti, sono sopravvissuti fino a domenica. A proposito, il nuovo nick name di quest’ultimo è adesso “Ruzzolo” e gli è stato affibbiato dal suo inedito compagno di merende Beccucci, detto “Becca”, che al torneo si è presentato con dei calzettoni a righe al cui confronto quelli di Pippi Calzelunghe erano lingerie d’alta moda parigina. A parte la mise discutibile, il biondino si è comunque meritato ampiamente la sufficienza, come pure Patera. Penosa, ancora una volta, la vecchia guardia, sempre più sul viale del tramonto.
Ha però rovinato tutto il bel Ghitalla, presentatosi in campo domenica mattina in versione zombie dopo aver fatto le ore piccole in disco e, quel che peggio, senza aver beccato, come al solito, aggiungiamo…
In pratica, le uniche soddisfazioni sono arrivate dai doppi, gara in cui sia la coppia Ghitalla-Dallolio (che non è una sorpresa), che quella Gigi Sala-Storto (miracolata), sono arrivate in semifinale. Dominatore incontrastato, in ambito maschile, l’altoatesino Unterhauser, che ha vinto sia il doppio, in duetto col biondo Trafojer, che il singolo, oltre al premio speciale come migliore hair style.
Venendo alle fanciulle, è salita sul podio più alto la Dumitrache, ma soprattutto si sono registrate ben 60 iscritte. Se lo avesse saputo il Pirata, forse avrebbe anticipato il suo rientro dai tropici di un mesetto (attenzione, questo è un autentico scoop, il Maestro sarà presto nuovamente tra noi).
Chiusa la piacevole parentesi, si torna agli affanni delle gare a squadre, tranne la serie D2 e B2, tutte ad annaspare in liquame marroncino oramai all’altezza della giugulare. Salvarle sarà un’impresa, anche se la D1 è già riuscita ad entrare nel libro dei guiness, essendo stata la prima formazione in trent’anni di TTVilladoro a beccarsi multa e penalizzazione per non essere scesa in campo, complice una nevicata che sembrava una spruzzata di zucchero a velo sopra il pandoro e che, difatti, non ha impedito a nessun altra formazione del centro nord di saltare il proprio impegno. A questo punto, l’ardua scalata diventa una sorta di mission impossible. Come del resto per B1, C1 e C2 anche senza il -1 in classifica. Ma l’importante sarà, per lo meno, vendere cara la pelle e salvare, se non altro, la faccia.
Dimenticavamo una comunicazione di servizio riguardante ancora l’evento al Pala Casa Modena: a differenza di un altro recente torneo III categoria, le docce non erano a pagamento….
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ALLA COPPA DELLE REGIONI - 11/05/2011
In attesa della ripresa dei campionati, da cui non ci attendiamo grossi fuochi d’artificio, anzi, un paio di retrocessioni appaiono più che certe, sono stati gli eventi per così dire mondani che hanno distratto la nostra attenzione.
Anzitutto, si è celebrato il matrimonio della Tania, l’ultima giocatrice della società, la quale, essendo in dolce attesa, chissà se e quando tornerà a prendere una racchetta in mano. Insomma, la maledizione del TTVilladoro sempre più androgino appare inesorabile.
In compenso, è tornato il mitico Pirata, reduce da una lunga avventura sudamericana, di cui non possiamo citare i dettagli, essendo la rubrica pubblicata in “fascia protetta”. Aggiungiamo solo di aver ritrovato il nostro Peter Pan nella consueta forma, ancorato ai suoi sani principi, ma più dedito al golf che al ping pong, ultimamente. Peccato solo che la sua presenza in Italy sarà breve ed intensa come un flirt.
Forse anche per spazzar via la malinconia, la redazione si è spostata in terra di Puglia, a seguire i marmocchi emiliani alla Coppa delle Regioni, prestigiosa manifestazione di ultra-trentennale tradizione. Capo gregge, per l’occasione, l’impareggiabile Delso, il quale, oltre a confermarsi come uno degli allenatori più di tendenza del momento, abbiamo scoperto essere un autentico mentore per i suoi allievi, confidente, insegnante scolastico, efficiente tour operator e gestore ludico degno dei baby club dei migliori villaggi vacanze. Quattro gli atleti alla sua frusta: la Chiarina Di Nola, unica dolcissima femmina in mezzo ai galletti; il bolognese Pasceri, talentuoso sia come pongista che come latin lover nonostante la tenera età; il nostro Guercino, che sembra tranquillo invece è un birbante gran mangiatore di merendine e lo Stortino. Quindi via, con un paio di mamme accanite ed il consueto treno scalcinato, più vecchio del sottoscritto.
L’Emilia-Romagna, basta scorrere l’albo d’oro, non ha mai brillato in tale manifestazione, che non ha vinto neppure quando in passato disponeva di bambini prodigio, centrando di rado anche i piazzamenti di consolazione. Eppure, in questa occasione, pervasi dallo spirito del Delso, i selezionati hanno fatto il massimo, centrando qualche buon risultato e mancando il podio solo per una sfavorevole girandola nel girone eliminatorio. Avremmo voluto documentare meglio l’evento sportivo, ma eravamo troppo impegnati in spiaggia a goderci i 32 gradi e ad apprezzare le locali bellezze naturali.
Degni di nota però gli altri momenti conviviali organizzati dal mister, quali i briefing tecnici e le sedute ludiche durante il viaggio. Così, i ragazzini hanno scoperto Super Farmer, un gioco inventato circa 70 anni orsono da un matematico polacco, già insegnante del padre della morosa del Delso. E che dire del rubamazzetto col verso degli animali? Non parliamo poi dell’esercitazione coi passi del tennistavolo in stazione, con gli altri passeggeri in attesa indecisi se chiamare o meno la neuro. Per finire con la briscola a cinque, detta anche quintiglia o briscola bugiarda o amico del giaguaro, spingendo così i rampolli verso il gioco d’azzardo e trasformando il tranquillo vagone ferroviario nell’Osteria della Mazzacchera, una famosa bettola del litorale tirrenico frequentata da scaricatori di porto, vecchi ubriaconi e donne di malaffare. Ma l’importante è che le numerose ore di viaggio siano volate.
Giudizio, dunque, ampiamente positivo nel complesso: sotto il profilo tecnico, ancora una volta, è stato dimostrato che siamo un po’ indietro in ambito nazionale, ma non abbiamo affatto sfigurato, giocandocela anche con i più forti. Una bella esperienza, in definitiva, oltre che agonistica, anche di vita per i rampolli. Volendo trovare per forza un unico neo, si sarebbe potuto approfittare della presenza del Pirata sul territorio per accompagnarci ed iniziare i marmocchi alla fondamentale arte della conquista patatoria, che da qui a breve potrebbe servirgli più che tirare un buon top spin. Quasi quasi, lo proponiamo in federazione in occasione dei prossimi Campionati Italiani Giovanili…
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LE QUATTRO BARE - 27/5/2011
Il bel Marco Ghitalla, da bravo ex studente di economia, sa benissimo che in tempi di grave crisi, quale quella che stiamo vivendo, occorre sempre crearsi continue alternative di lavoro, per essere pronti a tutto in caso di emergenza. Così, oltre all’ordinaria occupazione quale esperto di fashion marketing, nonché allenatore dei mocciosi, da ultimo, si è ritagliato un nuovo ruolo al TT Villadoro: quello di “tombaro”. Nel paese di provenienza degli storti, zona di gente dalla dura cervice e di bianchi marmi, i “tombari” sono, per l’appunto, gli onesti lavoratori che, col nobile minerale estratto dalle maestose cave delle Apuane, realizzano lapidi e altri oggetti di arte funerea. Toccatevi pure i maroni, se credete, ma è un mestiere che qualcuno deve pur fare e che risulta anche piuttosto redditizio, in verità.
Ebbene, alla Villa, l’addetto alla commemorazione dei cari estinti è proprio il Ghitto, col suo capello tattico, la cremina emolliente e la mutanda firmata. Egli, al termine dei vari campionati, ha realizzato tre belle lapidi per ricordare le squadre rossonere che, ahimè, ci hanno prematuramente lasciati. Il mausoleo si trova all’entrata degli spogliatoi, l’ingresso è libero e ciascun appassionato può venire ad ammirare l’opera dell’illuminato artista. Sono graditi fiori e offerte, soprattutto offerte…
La prima bara raccoglie i disumani resti della B1. In questo caso, anche se la speranza è sempre l’ultima a morire, il luttuoso evento era nell’aria sin dall’inizio della stagione. Prima partita, una vittoria, ma subito dopo squadra avversaria ritirata!! Poi Albertone che per la gara decisiva se ne va in gita scolastica (a parte le molteplici “gite mentali” durante tutto l’arco del campionato); gli acciacchi di Sandrino, i cambi mano di Gigi… Insomma, volendo mutuare frasi altrui: cronaca di una morte annunciata!
Riguardo al secondo sepolcro, a parte l’età anagrafica degli interessati, avremmo potuto scrivere: “decesso inatteso”. Stiamo parlando della C2, che aveva iniziato la stagione in maniera alquanto baldanzosa, quasi snobbando un campionato regionale dopo tante esperienze nelle serie nazionali. Invece, l’infortunio del capitano, qualche risultato sfortunato e l’inesorabile incedere del tempo hanno condotto al dramma, dopo un girone di ritorno a dir poco disastroso, addirittura con zero vittorie.
La terza pietra tombale, quella con i fiocchi di neve sopra, non può che accomodare le spoglie della povera D1. Recita l’epitaffio: “Qui giace per aver usato gomme da ping pong anziché gomme termiche…” In effetti, la retrocessione di cui trattasi ha del clamoroso, oltre ad essere inedita nella storia del TTVilladoro, essendo maturata per effetto del famoso punto di penalizzazione comminato per non essere scesi in campo (unici in Italia) in occasione di una spruzzatina di bianco una bella domenica d’inverno. Quel che più spiace, che l’infausto epilogo si sia consumato dopo aver battuto tutte le dirette avversarie ed essersela giocata anche con le più forti, vittima pure di un regolamento assurdo, che condanna ben tre squadre su otto nel girone, senza neppure poter sperare nei play-out.
Comunque, come possono permettersi di dire in questi delicati frangenti gli unici superstiti (B2 e C1) con grande commozione:”…erano tutte squadre per bene, peccato, ci mancheranno tanto…”. Riposino in pace, pregheremo per la prossima stagione…
Ma, un momento, e la quarta tomba? Fermi tutti, stavolta i santissimi ce li tocchiamo noi! So che qualche maligno ha subito pensato all’A1 veterani, un piede nella fossa, ma ancora assolutamente con chance di sopravvivenza! Del resto, Ghitalla avrebbe già in cantiere un altro bel tumulo per i nostri prodi nonnetti.
Invece, l’ultimo feretro è per la democrazia nel tennistavolo italiano. Dice: che c’entra, scusa, nell’odierna rubrica un po’ gotica e dark la politica?
E’ che quando lo scorso autunno avevamo dedicato ampio spazio alle vicende federali, ci era sfuggito un simpatico passaggio del nostro amato Statuto nazionale. Meglio tardi che mai, tuttavia, ne parliamo adesso, prima che la trista mietitrice ci raggiunga.
Articolo 12 comma 8 (trattasi di pedissequo “copia-incolla”, il pessimo italiano è proprio nell’originale): “Con l’affiliazione o la riaffiliazione, le società aventi diritto a voto indica i nominativi dell’atleta e del tecnico eletti dai rispettivi colleghi per prender parte ad eventuali Assemblee federali, sia nazionali che regionali o provinciali, che si svolgano nel corso dell’anno successivo.
Le società che non siano in regola con quanto sopra al momento della convocazione dell’assemblea perderanno il diritto a partecipare all’Assemblea, limitatamente alla rappresentanza degli atleti e/o tecnici sportivi.”
Sgrammaticatura a parte, roba da ripetere la quinta elementare, veniamo alla sostanza. Guarda caso, il prossimo anno vi sarà la corsa per la Presidenza Nazionale, per cui, chi entro giugno 2011 non dovesse iscrivere i propri rappresentanti per i successivi eventi elettivi, a norma del richiamato art. 12 comma 8, rischierebbe, in assenza di diversa interpretazione, di non poter esprimere il proprio voto in un contesto così importante. Pare, infatti, che non siano ammessi ravvedimenti. E se uno si dimentica? E se da qui all’anno successivo gli atleti/tecnici/supplenti nominati non ci fossero più? Non perché passati a miglior vita, s’intende, non siamo così gufi, ma magari perché fuggiti in Sudamerica con il proprio insegnante di Flamenco o col Pirata…
Speriamo di aver capito male, altrimenti significherebbe che anche la democrazia nella politica del tennistavolo si trova già almeno un paio di metri sotto terra. Nel dubbio, occhio al 30 giugno. Amen.
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